Ora il libro di amore e memorie ha un nome e lo trovate in edicola dal 3 luglio

Ma l’amore resiste. L’ho chiamato così, questo libro, chiudendolo l’ultima domenica di maggio. Era un pomeriggio di sole, forse il primo dell’estate, eppure la luce non veniva da lì. No, davvero, perché la luce era in 107 pagine, 37 lettere, 28 nomi, in una lunga serie di memorie.

Può sembrare strano, credo, parlare di luce se si pensa a cosa c’è alla base. Perché alla base c’è la morte. Una morte vestita di un virus che abbiamo imparato a chiamare col suo nome e che se forse prima distratti guardavamo da lontano, ora sappiamo averci martoriato nella nostra parte più profonda. 

Le parole di Martina: ecco "Ma l'amore resiste"
L’interno de “Ma l’amore resiste”

Tutti. Ci siamo tutti, in questo libro, in queste memorie. Ci sono io, ma non solo come una ventiduenne che scrive e decide di proporre un progetto per il quale alcuni hanno chiesto : “com’è che ti interessa così tanto, scrivere sempre di cose tristi?”, perché prima di tutto ci sono io come persona che per due mesi ha convissuto a braccetto con il terroreE ci sei tu, che lo so che lo hai vissuto come l’ho vissuto io. O forse peggio, quando il peggio è perdere chi ami. Quel Ma parte proprio da questo, dal “ho perso chi più ho amato al mondo, ma resisto”. Quell’amore resiste. 

“Qui dentro ci sono nonni, genitori, amici e insieme a loro c’è una città e una comunità che paga un prezzo altissimo con quasi mille pezzi di cuore strappati dalla loro sede naturale.”

Non saremo mai più gli stessi, io neanche la voglio essere. Voglio, al contrario, portarmi addosso il peso di questo lutto collettivo perché sono convinta che il ricordo sia ciò che deve unirci. Dal diciannove marzo ho scolpito in me vite, persone, parole, dolore, memorie. Non sarei quella di prima nemmeno se lo volessi. 

Credo che questo libro ricambi ancora una volta le carte in tavola mentre nel mezzo ti urla: ama fino alla fineE credo che questo libro nella sua estrema difficoltà, per essere nato da un dolore atroce, sia il cemento per un immenso monumento alla vita. Ecco perché io non scrivo di cose tristi. Io scrivo del dolore, sì, ma scrivo di un dolore che diventa una luce potentissima. Che diventa faro, speranza, salvezza. Scrivo di persone che sono un esempio.  Ma l’amore resiste con le persone di cui è fatto mi ha insegnato a rimanere in piedi. E rimanere in piedi ora è la lezione più grande che qualcuno ci possa donare. 

Il blog: Le parole di Martina

Questo blog nasce dalla volontà congiunta di Martina e di Edizioni Officine Gutenberg di creare un luogo, speriamo non solo “digitale” ma anche interiore, dove raccogliere pensieri e parole di una giovane scrittrice, su quello che ci scorre attorno.

Un modo per leggere quello che succede, ma con gli occhi di una giovane donna che ha già conosciuto tante difficoltà nella sua vita ma che ha sempre trovato la forza di lasciarsele alle spalle.

le-parole-di-martina-
Martina Picca – Il blog: Le parole di Martina

Il primo articolo del suo blog era incentrato sul filo rosso che trovate in copertina del suo nuovo libro “Ma l’amore resiste”, disegnato da Sarah Cornelli di Wip Tattoo, e che Martina ci introduceva così “Il filo rosso del destino non è solo una leggenda basata sul destino e sull’anima gemella, perché di questo si parla, ma anche e soprattutto sull’Amore. Quello vero e senza mezze misure. Sull’Amore a cui, secondo la tradizione popolare cinese, sei predestinato da molto prima di venire al mondo.”

Per leggere tutta la storia del “filo rosso”, andate leggere l’articolo nel Cosa succede del sito di Edizioni Officine Gutenberg.

Le parole di Martina: ecco "Ma l'amore resiste"
Martina Picca

L’autrice: Martina Picca

Martina Picca è nata a Piacenza il 22 settembre 1997 ma è cresciuta in montagna. Ama Milano e spera di laurearsi molto presto in Lettere Moderne alla Statale. La lettura e la penna l’hanno accompagnata fin da subito, da piccola scriveva sul suo diario e il sogno di fare la scrittrice lo ha sempre tenuto sul comodino. In realtà, è diventata scrittrice per salvarsi da quella brutta notte del 2015 da cui nasce il suo primo libro “Se una notte di settembre l’alluvione“.

Scrivere le ha salvato la vita, in ogni senso possibile, e spera di farlo per tutta la vita.

Condividi su: